20 icone del design anni '60 da comprare online | Elle Decor

2023-02-05 18:07:16 By : Mr. Lewis Yang

Lo spirito e le idee di quegli anni raccontati attraverso 20 capolavori selezionati dal catalogo di Mohd: oggetti da acquistare online e di cui prendersi cura, perché ciascuno di essi rappresenta un pezzo della nostra storia collettiva

Il design degli anni '60 è quello della sperimentazione, dell'ottimismo, della messa in discussione degli interni borghesi, della scoperta di materiali nuovi come la plastica: malleabili, colorati e perfetti per rappresentare uno stile di vita anticonformista e informale. Sono gli anni di Achille e Piergiacomo Castiglioni, Enzo Mari, Richard Sapper, Marco Zanuso, Gae Aulenti, Mario Bellini, quelli in cui prendono forma i movimenti e progetti ispirati alle contestazioni come quelli di Archizoom, De Pas, D’Urbino e Lomazzi o Gatti, Paolini e Teodoro.

Abbiamo provato a racchiudere lo spirito e le idee di quegli anni in 20 capolavori del design selezionati nel catalogo di Mohd: 20 oggetti da conoscere e da comprare online, ma soprattutto da adottare e di cui prendersi cura, perché ciascuno di essi rappresenta un pezzo della nostra storia collettiva.

Presentata nel 1965 al Salone del Mobile di Milano, la lampada da tavolo Nesso, progettata dal designer Giancarlo Mattioli con il Gruppo Architetti Urbanistici Città Nuova, vince il primo premio del concorso lanciato da Artemide e dalla rivista Domus. Due anni dopo, Artemide inizia così la produzione di una delle prime lampade realizzate in resina ABS stampata a iniezione.

Caratterizzata dalla forma “a fungo”, Nesso rivela tutte le potenzialità della plastica: sfrutta infatti la qualità traslucida del materiale e diffonde una luce calda nascondendo alla vista le quattro lampadine con il paralume. Leggi tutta la storia

Gherpe è una lampada da tavolo moderna disegnata da Superstudio e prodotta da Poltronova. L'oggetto in metacrilato interpreta la forma della conchiglia del Nautilus, un mollusco la cui “abitazione” ha una particolare sezione a spirale. Cristiano Toraldo di Francia ricorda: “forse influenzato dal mio vivo interesse per la biologia marina, una mattina d’estate del 1967 ho sognato una forma per metà animale e per metà artificiale. Una volta nel mio studio mi misi subito al lavoro, e costruii un modello con diverse strisce progressivamente più lunghe di fogli colorati fissati su un blocco di legno con una sola vite”.

La lampada è poi prodotta con lastre di perspex trasparente, tagliate al laser e modellate a caldo, di colore bianco, rosso o rosa fluorescente. Facendo ruotare le grandi squame attorno al perno centrale si cambiano l’aspetto e gli effetti luminosi della lampada. Gherpe è uno dei primi corpi illuminanti che cambiano grazie alla relazione con l’utente. È una lampada da scrivania ma non è fatta per leggere il giornale. Il suo scopo primario è quello di trasformare la percezione emotiva di un ambiente, cambiando il modo in cui vediamo normalmente lo spazio e gli altri oggetti quotidiani. Leggi tutta la storia

Superonda, il divano disegnato nel 1966 da Superstudio, è composto da un blocco di poliuretano tagliato in due parti con un segno a forma “S”. In questo modo nascono due geometrie curve (due onde, appunto) che si incastrano e si sovrappongono, rendendo possibili diverse configurazioni: letto singolo, divano, chaise longue oppure scultura. Per il rivestimento esterno in tessuto simile alla pelle vengono scelti tre colori primari – bianco, nero e rosso – che enfatizzano il carattere pop dell’arredo. “Superonda ha affermato la completa autonomia del prodotto d’arredo dall’architettura che lo conteneva e dalla tradizione formale del divano”, racconta Andrea Branzi.

Il progetto suscita subito l’interesse di Sergio Camilli, titolare di Poltronova, e dello stesso Sottsass, art director dell’azienda. “Camilli propone di farla in schiuma ureica espansa, la Pirelli ci avrebbe mandato il materasso già tagliato, noi la volevamo rivestita in sky, il vinile usato Claes Oldembourg per le sue sculture,” racconta Paolo Deganello. Leggi la sua storia

Minikitchen, la mini cucina ideata nel 1963 da Joe Colombo per Boffi è una cucina compatta autosufficiente, su ruote, alimentata elettronicamente, che occupa solo mezzo metro cubo di spazio. Un mobile contenitore che racchiude, in sé, tutte le funzioni indispensabili di un ambiente cucina. Liberamente posizionabile, è dotata di piano di cottura, minifrigorifero, cassetto di contenimento, sportelli per lo stoccaggio, cassettiere portaposate, prese di corrente per piccoli elettrodomestici, grande tagliere e pianetto estraibile di servizio. Un monoblocco, che racchiude stoviglie e utensili per sei persone, nel quale le funzioni di lavare, cuocere, refrigerare e affettare sono tutte possibili."

Le cose devono essere flessibili", commentava il designer Colombo nel 1966. "La mia cucina può essere spostata in giro o fuori da una stanza e quando hai finito, si chiude come una scatola".

La poltrona Sacco di Zanotta è uno degli arredi più innovativi e imitati della storia del design. I suoi genitori sono tre designer torinesi – Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro – che nel 1969 mostrarono ad Aurelio Zanotta, protagonista del design anticonformista, un sacco di vinile trasparente riempito per due terzi con palline di polistirolo espanso.

I giovani progettisti raccontano il concept all’imprenditore: “Abbiamo pensato al vecchio materasso di foglie di castagno che si usa nelle culture contadine di tutto il mondo: si prende un saccone, lo si riempie con foglie o con materiali neutri e questo in qualche modo ha la funzione di accogliere il corpo.” Per seguire i nuovi stili di vita informali e anticonformisti, progettano un oggetto flessibile, adattabile a situazioni e comportamenti diversi, un pouf morbido che si conforma all’uomo e non viceversa. Leggi tutta la storia

Il calendario perpetuo Timor , progettato nel 1967 da Enzo Mari per Danese, è un pezzo di design destinato a durare una vita e a invecchiare con chi lo possiede. Mari lo pensò in risposta a quel consumismo che iniziava nell’Italia del boom economico e di cui già allora il maestro era cosciente. “I calendari perpetui presentano sempre alcune difficoltà sostanziali: occorre ricordarsi di aggiornarli ogni giorno, richiedono interazione” dice il designer. “Il nostro scopo è fare di te un partner” era infatti uno degli slogan del gruppo milanese dell’Arte Cinetica e Programmata, di cui Mari faceva parte in quel periodo. Il calendario perpetuo di Enzo Mari è un oggetto di cui aver cura e dedicare una piccola parte di ogni giornata.

Da lunedì alla domenica, dall’1 al 31, da gennaio a dicembre: giorni e mesi sono litografati in nero su fogli di PVC che ruotano attorno a un supporto centrale. Stampato in un unico pezzo di ABS, quest’oggettino di 15x6x9 cm si ispira alle segnaletiche ferroviarie che il progettista guardava da bambino. Le lamelle si aprono facilmente a ventaglio consentendo di selezionare la data con semplicità. Leggi tutta la storia

L'Arco di Flos è la lampada da terra più conosciuta al mondo, progettata nel 1962 da Achille e Pier Giacomo Castiglioni.

Con le sue linee rigorose e l’uso attento dei materiali, l'Arco dei Castiglioni è prodotto ibrido, con vocazione alla sospensione. È la lampada che ha stabilito nuove regole nell’interazione tra tavolo e apparecchio illuminante, svincolandolo dalla posizione fissa al soffitto. Un vantaggio che diventa praticità: potendo essere collocata praticamente ovunque, arriva direttamente con il punto luce sul luogo desiderato. La distanza massima del riflettore dalla base è di 2 metri, calcolata in pianta, mentre la sua altezza da terra è di 2 metri e 5 centimetri. Leggi tutta la storia

I componibili in ABS di Anna Castelli Ferrieri da quarant’anni sono un simbolo di Kartell e oggetti del desiderio di intere generazioni.

Nominati inizialmente solo con una sigla seriale (4966/4967), si sovrappongono a incastro per creare un sistema elementare e intelligente. Tondi o quadrati, a uno, due o tre ripiani, con o senza rotelle, hanno versioni bianco, nero, rosso e silver, a cui si sono aggiunti di recente anche il verde e il viola. Il mobiletto componibile occupa poco spazio e trova posto in ogni ambiente della casa, dal bagno alla camera da letto, dalla cucina al soggiorno. La flessibilità del Kartell storage unit così come la sua funzionalità, lo rende adatto anche ai luoghi di lavoro. La semplicità dei comodini rotondi Kartell è figlia della sperimentazione delle materie plastiche e delle produzioni seriali a stampo, un territorio da esplorare nel mondo del design degli anni ‘60, e rappresenta ancora oggi un bell’esempio di lungimiranza progettuale, meritando un posto d’onore nelle collezioni del MoMA di New York e del Centre George Pompidou di Parigi. Leggi tutta la storia

Dezza è un capolavoro del catalogo Poltrona Frau nato nel 1965, sulla scia dell'interesse di Gio Ponti per i mobili moderni, funzionali e poco ingombranti. La versione 12 della poltrona Dezza presenta dei braccioli sottili per facilitare l'accostamento di più pezzi, mentre il modello 48, rivela la sua attitudine alla lettura attraverso il poggiatesta in piumino d'oca. Segni particolari di questa poltrona sono la comodità e comfort, la stabilità, la leggerezza e l'adattabilità. La serie Dezza è caratterizzata dal segno deciso dei braccioli, che rappresentano il suo tratto distintivo come l'essenzialità delle linee. Perfette per gli ambienti contemporanei. Il nome deriva dalla strada milanese in cui Gio Ponti abitò dal 1957.

La lampada Cobra viene ideata nel 1968 da Elio Martinelli, il designer della luce. Con le sue linee sinuose e dinamiche rappresenta un riuscito mix di intuito creativo e produzione sperimentale. Nei primi anni ‘60 l’entusiasmo per il boom economico contagiava tutti i campi, con quella positività rivolta al futuro tipica del boom italiano. Martinelli in questo caso va al di là della tecnica classica utilizzando i polimeri, materiale che suscitava grande interesse in Italia. Sarà un caso, ma giusto un anno più tardi, nel 1963, Giulio Natta del Politecnico di Milano sarà insignito del Premio Nobel proprio per i suoi studi sulle materie plastiche. In maniera meno teorica e più diretta, Martinelli aveva invece creato una delle prime lampade prodotte con un particolare sistema di stampaggio.

Cobra ha precorso i tempi ampliando il repertorio formale e materico degli apparecchi illuminanti. Lampada da tavolo girevole, a luce diretta orientata verso il basso, cela dietro l’immediatezza dell’immagine, brillanti soluzioni geometriche. Leggi tutta la storia

La Panton Chair del designer danese Verner Panton è semplicemente la prima sedia interamente in plastica con design a sbalzo, realizzata in un unico pezzo. Non serve aggiungere altro per dimostrare la sua rilevanza nella storia del design moderno. Tuttavia, il suo sviluppo è stato tutt’altro che facile, dato il suo carattere sperimentale.

Panton racconta: “Un giorno Rolf [Fehlbaum, figlio del fondatore di Vitra, NdR] venne a trovarci e vide un prototipo della sedia Panton. Non era abbastanza stabile da consentire a qualcuno di sedervisi. ‘Ma perché questa sedia non viene prodotta?’ chiese Rolf. La mia risposta fu: ‘Ci hanno già provato tra i 15 e i 20 produttori ma alla fine, per un motivo o per l’altro, tutti si sono rifiutati di fabbricarla’. Un notissimo designer americano (non Eames) disse che un prodotto del genere non può essere chiamato ‘sedia’ perché inadatto a questo scopo. Rolf chiamò subito un tecnico Vitra, Manfred Diebold. […] Senza Rolf la Panton Chair non sarebbe mai stata realizzata.” Leggi tutta la storia

Il pezzo più famoso della collezione UP disegnata da Gaetano Pesce per Cassina & Busnelli (poi diventata B&B Italia) è senza dubbio la UP5 (abbinata spesso alla UP6), che ha la forma di un ampio grembo materno e ricorda le statue votive delle preistoriche dee della fertilità. Gaetano Pesce parla così delle sue intenzioni: “Ricordo che con quella poltrona ho voluto parlare di una condizione umana: la prigionia della donna vittima dei pregiudizi degli uomini, perché vive in condizioni ancora inaccettabili in certi paesi. Era un modo per me di parlare politicamente: non attraverso manifesti o comunicazioni che sono un po' obsoleti, ma farlo con un oggetto industriale che aveva un potenziale nuovo di comunicazione.”

Snoopy è una lampada da tavolo disegnata dai fratelli Castiglioni per Flos nel 1967. È composta da un riflettore in metallo verniciato di nero, una lastra di vetro di grande spessore e una base in marmo bianco con un innovativo, per l’epoca, dimmer che regola l’intensità della luce.

Una descrizione così tecnica e neutrale del prodotto ci fa però perdere il suo ingrediente principale: l’ironia. Il suo nome è un chiaro indizio che la lampada, principalmente con la forma del paralume, vuole essere un tributo al personaggio dei Peanuts, la celeberrima striscia a fumetti creata da Charles M. Schulz.

Il primo schizzo originale della Ball Chair è datato 11 gennaio 1963, e da qui Eero Aarnio capisce subito quanto sia importante realizzare un prototipo della sedia. Servono diverse prove e accorgimenti per attenere un risultato che unisce leggerezza e robustezza. Il primo esemplare della Ball Chair è realizzato in casa e si trova ancora nell’abitazione della famiglia Aarnio a Veikkola.

La Ball Chair ottiene finalmente il riconoscimento che merita durante la Fiera del Mobile di Colonia del 1966, manifestazione a cui il designer partecipa con il suo vecchio datore di lavoro, l’azienda Asko. Durante la fiera il prodotto è venduto in oltre 30 paesi. Tutto questo nell’arco di una sola settimana.

Nel giro pochi mesi la Ball Chair raggiunge lo status di icona internazionale e oggi si trova nelle collezioni dei musei di design di tutto il mondo, protagonista di diversi film, video musicali e copertine di riviste. Oggi è prodotta da Eero Aarnio Originals, marchio fondato nel 2016 con l’intento di riportare in Finlandia gli autentici classici del designer. Leggi tutta la storia

Lampada da tavolo progettata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos, Taccia è in produzione dal 1962. Come molti altri prodotti ideati dai due maestri negli anni Sessanta, Taccia è diventata un oggetto di culto, ed è ancora oggi in produzione. In un’intervista del 1970, Achille Castiglioni afferma: “la consideriamo la Mercedes delle lampade, un simbolo di successo: forse perché assomiglia ad una colonna classica. Certamente non stavamo pensando al prestigio quando l’abbiamo progettata. Desideravamo ottenere una superficie che rimanesse fredda.”

Costituita da un cilindro in metallo cromato forato alle estremità, la base contiene la sorgente luminosa, ed è rivestita da un anello con superficie sagomata laccata con vernice antitermica. Questo è senza dubbio quello che più caratterizza l’estetica raffinata e classica della lampada. L’elemento di copertura assolve a due funzioni: quella di impedire la fuoriuscita della luce dalla base e quella di evitare il contatto con la base molto calda, creando un’intercapedine che favorisce il moto dell’aria per il raffreddamento. Leggi la sua storia

Femminile, aggraziata e un po’ vezzosa, apprezzatissima dal pubblico francese per il suo gusto Art Nouveau: è la lampada Pipistrello, progettata da Gae Aulenti nel 1965 e prodotta a partire dal 1972 da Martinelli Luce, diventando in breve tempo una delle icone del design Made in Italy.

Aulenti struttura la lampada in tre parti, concependola come fosse una colonna architettonica: la base (fondamenta), il braccio telescopico (fusto) e diffusore (capitello). Oltre al diffusore dalla forma inconfondibile, realizzato in metacrilato opalescente bianco, un componente di fondamentale importanza per la riconoscibilità della lampada è il suo braccio telescopico in acciaio inox, che permette all’oggetto di allungarsi e cambiare dimensione, estendendo così l’uso da lampada da tavolo a lampada da terra (l’altezza varia da 66 mm a 86 mm). Completa la composizione la base conica dal profilo slanciato e disponibile in varie finiture e colori. Leggi la storia

Progettata da Joe Colombo nel 1969 e attualmente prodotta da Cappellini, la Tube Chair è una delle tante espressioni progettuali che interpretano le grandi trasformazioni – sociali, economiche e culturali – avvenute in Italia e in tutto il mondo tra gli anni Sessanta e Settanta.

La seduta è formata da quattro moduli cilindrici cavi di diverse dimensioni che possono essere assemblati in modi diversi, cambiando la posizione della seduta. Questo non solo permette una notevole personalizzazione (unendo più poltrone si possono ottenere anche soluzioni molto articolate) ma coinvolge anche l’utilizzatore nella creazione della stessa, aumentando il rapporto di affinità fra l’oggetto e l’individuo ma anche fra quest’ultimo e l’ambiente in cui vive. Leggi tutta la storia

“Sembrano liberty: con questo freghiamo la signora che compra un pezzo nuovo credendolo antico…”: così i fratelli Castiglioni descrivevano la poltrona Sanluca, prodotta inizialmente da Gavina, a partire dal 1960, e attualmente da Poltrona Frau. Come spesso succede per i capolavori del design Made in Italy, Sanluca nasce della collaborazione e amicizia fra Dino Gavina e Pier Giacomo Castiglioni.

La poltrona Sanluca è il primo arredo realizzato dall'azienda di Gavina, una sorta di manifesto del neo-liberty ripensato alla luce del razionalismo, e prende il nome dalla chiesa che dall’alto dei colli veglia da sempre la città di Bologna.

Nonostante il suo aspetto rimandi a forme del passato, la Sanluca è un arredo pensato per una produzione industriale in serie, composto da più parti indipendenti, realizzate separatamente e unite fra loro da viti. L’imbottitura è in schiuma poliuretanica, le gambe invece sono in palissandro lavorate al tornio, e il rivestimento è in pelle. La sua progettazione ha richiesto uno sviluppo molto complesso, uno studio di formatura ottenuto con molteplici modellini plastici di vario materiale, creta, poi gesso e infine legno. Leggi la sua storia

La lampada da tavolo Eclisse mette insieme forma e funzione, design e utilità, gioco e bellezza. Progettata da Vico Magistretti nel 1965, è prodotta da Artemide a partire dal 1967 e ancora in commercio. Vico Magistretti raccontava di aver ideato la lampada Eclisse mentre si trovava in giro per Milano, e di aver realizzato il suo primo schizzo sul retro di un biglietto della metropolitana.

Eclisse è composta dalla giustapposizione di tre calotte semisferiche: la base, la calotta esterna, che è fissa, e una terza mobile al suo interno, girevole su un perno, che attraverso il suo movimento permette di graduare il flusso luminoso. La disposizione delle geometrie elementari regola la luce emessa e produce l’effetto dell’eclissi solare.

Cifra 3, l’ orologio da tavolo di Solari lineadesign, oggetto di culto del made in Italy progettato dall'architetto Gino Valle alla fine degli anni ’60, è entrato a far parte della collezione permanente del MoMA (Museum of Modern Art) di New York e del Design Museum di Londra.

Prodotto dall'azienda friulana da oltre 50 anni, il piccolo orologio da scrivania a lettura diretta brevettato nel 1966 è diventato un simbolo moderno dell'incontro tra tecnologia e creatività, invenzione e comunicazione. Esattamente come allora, la perfezione meccanica e la preziosità di Cifra 3 scaturiscono dall’abilità degli artigiani che assemblano le palette a mano, in una specifica sequenza.